Nizioleti di Venezia

alla scoperta

di arte e artigianato

a Venezia

Nizioleti Nizioleti - Mestieri
Nizioleti

NIZIOLETI - MESTIERI

Acqua dolce: deriva dal fatto che qui stanziavano le barche cariche d'acqua dolce che veniva utilizzata per rifornire i vari pozzi cittadini. Il mestiere era esercitato dagli Acquaroli.

Acquavita: deriva dalla presenza di botteghe di acquavite. I venditori di acquavite, gli Acquavitai, erano uniti in congregazione con i Caffettieri, e commerciavano in acquavite, caffè, ghiaccio e rosoli.

Balanze: dalla presenza di laboratori di Stadereri, che producevano e vendevano bilancie o stadere, e che erano uniti alla professione dei Fabbri.

BarbaFrutarol: deriva dalla presenza al tempo di un fruttivendolo (Fruttarolo) che si caratterizzava per una folta e singolare barba.

Barbier: deriva dalla presenza di botteghe di barbieri. L'arte dei Barbieri era unita a quella dei Parrucchieri, occupandosi i primi delle esigenze delle barbe maschili e i secondi di quelle relative alle capigliature. Questi secondi però, almeno fino all'avvento della moda delle parrucche, non avevano grande lavoro data l'usanza da parte sia degli uomini che soprattutto delle donne di acconciarsi da soli i capelli.

Barcaroli: dalla presenza di stazi di barche o gondole, che i Barcaroli si occupavano di portare.

Baretteri: dalla presenza di botteghe e negozi di barette, cioè copricapi di lana e cotone dell'epoca prodotti appunto dai baretteri.

Bari: alcuni fanno derivare il nome dalla presenza di negozi e botteghe di barette.

Bastion: dal nome, Bastion, con cui si appellavano le grandi osterie che vendevano vino e che erano gestita dai Bastioneri.

Beccarie: deriva il nome dalla presenza dell'antico macello di carni della città e relative macellerie, le beccarie.

Becher: macellaio che si occupavano di gestire la provvigione, macellazione e vendita delle carni bovine in città, in particolar modo nella zona pubblica adibita a ciò: la beccaria.

Bombardieri: deriva dalla presenza della sede della confraternita dei Bombardieri, che si occupavano di utilizzare le bombarde nelle battaglie in cui era coinvolta Venezia e per il resto svolgevano un ruolo similare agli attuali vigili urbani.

Bombaseri: deriva dalla presenza di vari negozi di Bombaseri, uniti in congregrazione con sede a San Bortolomio, e che si occupavano del commercio di bambace, cioè cotone cardato.

Botteri: deriva dalla presenza di botteghe e negozi di Botteri o Bottigieri, coloro che si occupavano della produzione di botti, tini e bottiglie.

Bottonera: dalla presenza di fabbrica di bottoni.

Burchielle: dalla presenza dei burchi utilizzati dai Burceri per trasportare varie tipologie di materiali, dal legname ai calcinacci, dall'acqua alla sabbia.

Caffettier: dalla presenza di una bottega di caffetteria. I Caffettieri erano uniti in congregazione con i Acquavitai, e commerciavano in acquavite, caffè, ghiaccio e rosoli.

Calcina: dalla presenza di una bottega di calcina. I Calcinai producevano e vendevano calce e mattoni ed erano uniti in congregazione con sede a San Vio.

Calderer: deriva dalla presenza di una bottega di calderario, che apparteneva alla congregazione dei fabbri. I Caldierari si occupavano della produzione di caldaie in rame e di caldiere per la polenta.

Callegheri: per la presenza della Scuola dei Calegheri cioè i calzolai. Erano uniti con i Zavateri; i calegheri realizzavano scarpe mentre i zavateri realizzavano ciabatte.

Campane: da mestiere dei Campanati, produttori di campane.

Cappeller: dalla presenza di una bottega di cappelli, prodotti dai Cappelleri.

Carrozze: dal mestiere dei Carozzeri, costruttori di carrozze utilizzate poi principalmente fuori città. Erano uniti ai Seleri, fabbricanti di selle, ai Tapezieri, che realizzavano tapezzeria per poltrone e divani, e ai Bolzeri, che si occupavano di valigie, borse e bauli.

Casaria: dalla presenza di una bottega di formaggi e caci. In realtà i Casaroli non si limitavano a vendere formaggi, ma potevano commerciare anche miele, olio e cari suine.

Casselleria: per la presenza di una bottega di Casseleri, coloro che producevano casse per il trasporto di merci, e casselle, che erano particolari cassepanche di ebano dove veniva riposto il corredo nuziale e che venivano adornate con madreperla ed avorio.

Cendai: per la presenza di una fabbrica di striscie di stoffa che prendevano il nome di cendà e che venivano utilizzate per abbellire le vesti femminili dell'epoca.

Cerchieri: dalla presenza di botteghe di Cerchieri, coloro i quali procedevano e vendevano i cerchi di ferro con cui venivano tenute assieme le doghe delle botti.

Cereri: commercianti e produttori di oggetti in cera. Erano uniti in congregazione con i Spezieri da Grosso che si occupavano invece di preparare dolcetti, solitamente di mandorle, pere ed altri frutti, ricoperti di zucchero e miele. I Cereri erano a loro volta in grado di riprodurre analoghi dolci in cera in maniera talmente realistica da riuscire difficilmente a distinguerli da quelli veri.

Cereria: presenza di fabbrica di cera, gestita dai cereri.

Coltrera: presenza di laboratorio di fabbricazione di coltri cioè coperte; i Coltreri erano uniti in congregazione con i Fustagneri, produttori e venditori di cotone e fustagno, ed avevano sede nella chiesa di San Bortolomio.

Comare: levatrice. Solo dall'avvento della commedia del Goldoni, il termine è diventato sinonimo di donna ciarliera.

Corazzeri: produttori e venditori di corazze.

Cordaria: dalla presenza di una serie di botteghe di Cordaroli, fabbricatori di corde e funi. Erano uniti in congregazione con i Filocanevi, lavoratori e produttori di spago e canape, attività permessa solo ai Veneziani dato che la Repubblica deteneva il monopolio della canapa che importava dal Mar Caspio.

Cordoni: dalla presenza di botteghe di Passamaneri, cioè produttori di galloni (passamanerie di seta), cordoni per vesti, fiocchi e frangette.

Corli: dalla presenza di una qualche bottega di produzione di Corli, cioè arcolai.

Cuoridoro: Cuoridoro erano i fabbricatori di oggetti di cuoio dorati, che si utilizzavano per abbellire le stanze, le copertine dei libri, sedie e altri oggetti.

Diamanter: i Diamanteri lavoravano pietre preziose, gemme e diamanti per conto di orafi e gioiellieri.

Fabbri: dalla presenza di botteghe di Fabbri Ferrai, che erano una delle arti più importanti della città, in quanto producevano la stragrande maggioranza di strumenti di lavoro per il resto delle professioni cittadine.

Facchini: presenti in ogni sestiere, si occupavano di varie attività, tra cui la pulizia delle vere da pozzo presenti nei vari campi.

Felzi: antiche coperture delle gondole, prodotte dai Felzeri. Il nome sembra derivare dal fatto che in estate, invece che coprirle con stoffe, venissero utilizzate delle felci per mantenere l'"abitacolo" più fresco.

Ferali: dalla presenza di botteghe di fanali, prodotti da Feraleri. Data la particolare conformazione della città, per aumentare la sicurezza nel girare di notte, si arrivò via via da parte del Senato della Repubblica a rendere obbligatoria la presenza di fanali e lanterne (cesendeli) in tutte le vie, costruiti grazie al contributo di tutti i cittadini. I Feraleri erano uniti ai Peteneri da Testa, che producevano e vendevano pettini.

Filatoio: filatori di seta ed altri tessuti.

Fiori: dalla presenza di botteghe di Fioreri, che riuniva i venditori di fiori ed i giardinieri.

Fiubera: dalla presenza di botteghe di Fiuberi, produttori di fibbie, utilizzate per adornare le scarpe da uomo ed utilizzate dai Centureri nella produzione di cinture da uomo e da donna (in questo caso dette Cao) sia di materiali preziosi quali oro e argento, sia di pelle.

Fontego: negozio pubblico di vendita di farina, in carico alla professione dei Fontegheri.

Formagier: dalla presenza di bottega di venditore di formaggi. I Formaggeri furono permessi come derivazione dall'arte dei Casaroli da un certo momento in poi, in quanto per lungo tempo la professione era gestita in maniera monopolista e permessa solamente in alcune precise zone della città.

Forner: fornai, che all'epoca avevano come occupazione principale quella di cuocere il pane nei forni, indi di venderlo. Spesso le famiglie nobili utilizzavano i forneri per la cottura del proprio pane prodotto in casa.

Frezzaria: era la zona adibita alla vendita delle freccie, professione praticata dai Frezeri o Frezaroli.

Fruttarol: dalla presenza di negozio di Fruttivendolo. I Fruttaroli, che si dedicavano alla vendita di frutta e uova, erano uniti con i Naranzeri, che vendevano arance e agrumi in genere, e con gli Erbaroli, venditori di ortaggi e verdure.

Furatola: piccole botteghe tenute dai Furatoleri dove si vendevano principalmente cibi fritti. Data la forte rivalità con i Luganegheri dell'epoca, per legge nelle furatole non potevano essere venduti cibi ad esclusivo appannaggio dei luganegheri, non si poteva servire vino o utilizzare formaggi. Le furatole inoltre non potevano essere gestite da impiegati o da religiosi.

Fuseri: produttori e fabbricatori di fusi.

Garzotti: coloro che garzavano i panni di lana, cioè sollevavano con degli strumenti detti garzi, cioè dei cardi, i peli del tessuto.

Guardiani: deriva dalla presenza in zona di guardiani di una scuola di devozione.

Indorador: il mestiere degli Indoradori consisteva nell'arte della doratura con foglie d'oro. Arte tra le più rinomate della città tanto che spesso gli indoradori venivano richiesti per molti lavori fuori Venezia.

Lavadori: il mestiere dei lavatori di lane, che facevano poi asciugare su pali appesi a pietre bucate incastonate alle pareti degli edifici.

Lavezzara: deriva dal mestiere dei Lavezzeri che si occupavano di aggiustare gli oggetti in rame e le stoviglie.

Librer: mestiere del libraio, unito a quello degli stampatori.

Luganegher: il mestiere riuniva i salsicciai ed i pizzicagnoli, ma nelle loro botteghe si vendevano anche minestre e minestroni.

Lustraferi: coloro che si occupavano di dare il lucido ai vari arnesi in ferro, ed in particolar modo si dedicavano a rendere lucenti i ferri delle gondole.

Magazen: locali dove si vendeva il vino al dettaglio, e dove però si potevano anche trovare locali per appartarsi con le prostitute dell'epoca. Tali locali venivano gestiti dai Magazinieri de Vin.

Mandoler: i Mandoleri vendevano mandorle e frutta secca e producevano l'olio di mandorle. Erano uniti con gli Spezieri da Grosso che si occupavano di preparare dolcetti, solitamente di mandorle, pere ed altri frutti, ricoperti di zucchero e miele.

Manganer: i Manganeri si occupavano di lustrare i panni di lana e di seta. Il nome deriva dal mangano, strumento usato per lustrare le tele ed i drappi, fatto di pietre molto grosse e mosso attraverso degli argani.

Marangon: mestiere del falegname, che a Venezia, dove per molto tempo sia case che navi che ponti si costruirono in legno, ebbe notevole rilevanza. I Marangoni si suddividevano a seconda dei loro compiti in Marangoni da Case, che si occupavano dei lavori all'interno degli edifici, Marangoni da Noghera, che si occupavano di mobili, Marangoni da Soaze, che costruivano cornici (soaze), Marangoni da Rimessi, che si occupavano di impiallacciature, e Marangoni da Nave, che lavoravano all'Arsenale della città per la costruzione delle grandi navi veneziane. Data la loro forte presenza anche la campana che dava il via ai lavori mattutini in città venne chiamata marangona.

Margaritera: deriva dal mestiere dei Margariteri, per un certo periodo associati ai Perleri, che si occupavano di costruire e vendere vari oggetti quali fiori o collane in perle di vetro smaltato e colorato.

Mercanti: una delle professioni più importanti e praticate in tutta l'esistenza della Repubblica Veneziana. I mercanti si suddividevano in varie sottocategorie a seconda delle merci che commerciavano, da legname al vino, dalla seta all'olio e molti altri ancora.

Murer: mestiere del muratore, professionisti assai abili fin dai tempi antichi nell'utilizzare legno e pietra d'Istria in combinazione tale da rendere ancor oggi le abitazioni cittadine molto solide in un terreno tutt'altro che stabile.

Occhialera: bottega di produzione e vendita di occhiali, professione esercitata dagli Ochialeri, inglobati nell'arte dei Marzeri.

Oresi: mestiere degli Orefici, che erano uniti con i Zoielieri (Gioeiellieri) e Diamanteri. Poichè per un certo periodo gli Oresi potevano per legge avere bottega solamente nella zona di Rialto, la maggior parte di questa professione si sviluppò attorno a quest'area.

Parrucchier: mestiere di Parrucchieri, unito a quello dei Barbieri, occupandosi i primi delle capigliature e i secondi delle esigenze delle barbe maschili. I parrucchieri cominciarono ad avere notevole attività quando diventarono di moda le parrucche, sia maschili che femminili, mentre precedentemente l'abitudine di farsi i capelli in casa non dava molto da lavorare a chi praticava questa professione.

Pegola: la produzione di pece (pegola), utilizzata particolarmente all'Arsenala della città, era realizzata dai Calafai o Pegolotti.

Pestrin: dal mestiere dei Pestrineri, cioè lattai, che lavoravano e vendevano latte e derivati.

Pignate: dalla presenza di una bottega di Pignater, uniti ai Bocaleri e Squeleri che si occupava di produrre e vendere pentole, stoviglie e coperchi.

Pirieta: mestiere dei lavoratori di latta, che in particolar modo costruivano pirie, cioè imbuti.

Pistor: mestiere di chi si dedicava alla cottura del pane, senza però poterlo vendere, poichè quest'ultima era riservata ai Fornai.

Portinari: dal mestiere dei Portinai che erano adibiti ad aprire e chiudere i portoni dell'Arsenale per far entrare ed uscire le navi.

Remer: deriva dalla presenza di una bottega di un fabbricante di remi.

Remurchianti: mestiere del Rimorchiatore, che all'epoca veniva svolto attraverso grossi barconi che trainavano a remi barche e navi.

Sabbionera: dal mestiere dei Sabioneri, che si occupavano di trasportare su grosse barche e vendere la sabbia e la ghiaia.

Saoneri: produttori e venditori di sapone, che almeno fino a metà del 1700 fu una delle produzioni più fervide della città.

Sartori: mestiere di sartoria. I sarti fino ad un certo periodo si dividevano a seconda dei capi prodotti, per cui c'erano i Sartori da Veste (vestiti), i Sartori da Calza (pantaloni) ed i Sartori da Ziponi (giubbe e giubbotti).

Sbianchesini: mestiere dell'imbianchino.

Scaleter: mestiere del ciambellaio, analogo all'attuale pasticcere. Si appellavano Scalateri dal dolce tipo che producevano, le scalete cioè ciambelle di cialda sottile che avevano impressi dei segni simili a piccolini scalini.

Scoacamini: mestiere dell'attuale spazzacamini; si occupavano però anche di pulire le varie latrine.

Spadaria: deriva dalla presenza di varie botteghe di produttori e venditori di spade. Gli Spaderi era uniti ai Corteleri, che si occupavano invece della produzione di coltelli.

Specchiera: dalla presenza di laboratori di produzione di specchi di vetro, fabbricati dai Specieri.

Spezier: lo Speziere si riconosce in principal modo nell'odierno farmacista, e si occupava di preparare e vendere medicine. Tra queste la più famosa era la Triaca o Teriaca, medicina composta da innumerevoli ingredienti e preparata secondo regole rigide e ben controllate, che portarono Venezia ad avere la migliore qualità di tale medicina tanto da essere richiesta anche da moltissimi stati esteri. Gli spezieri erano fino ad un certo punto uniti agli Spezieri da Grosso, che si occupavano invece di preparare dolcetti, solitamente di mandorle, pere ed altri frutti, ricoperti di zucchero e miele.

Squelini: fabbricanti di scodelle, Squelini o Scudeleri, uniti ai Bocaleri (fabbricatori di boccali), avevano come chiesa di riferimento quella dei Frari.

Squero: dalla presenza di cantieri per la costruzione di barche e gondole, mestiere esercitato dagli Squeraroli.

Stagneri: fabbricanti e venditori di oggetti di stagno, uniti ai Peltrieri, che fabbricavano e vendevano oggetti realizzati in peltro.

Stramazzer: fabbricante e venditore di stramassi, cioè materassi.

Strazze: deriva dal mestiere di Strazariolo, cioè rivenditore di oggetti usati. Il mestiere era rigidamente regolamentato per proibire a chi non ne aveva autorizzazione di fare concorrenza sleale. Non avevano invece la possibilità di commerciare in stracci.

Stua: deriva dal mestiere di Stuere, o Barbiere Chirurgo, che si occupava di unghie, calli, estrazione di denti e salassi.

Tagiapiera: il mestiere del Tagiapiera (tagliapietre) riuniva gli scalpellini che eseguivano lavori in marmo ed fabbricavano in particolare le vere da pozzo cittadine.

Tapezier: Tapezieri erano coloro che producevano e vendevano la tapezzeria per divani e poltrone, ed erano uniti ai Seleri, che si occupavano delle selle, e i Bolzeri, che si occupavano di valigie, borse e bauli.

Terrassera: dal mestiere dei Terrasseri, che si occupavano di realizzare i tarassi, cioè i pavimenti, tra cui il famoso "alla veneziana".

Testori: mestiere del Tessitore, professione che si divideva a seconda della tipologia di tessuti lavorati, dalla lana alla seta dal lino al fustagno.

Tintori: i Tintori si occupavano di colorare sete, tele e tessuti in generale, con tecniche di produzione delle tinture gelosamente custodite per secoli dai rappresentanti della professione.

Vergola: dalla professione dei Vergolai, produttori di vergole, che si suppone fossero o dei cordoni di seta usati per abbellire i vestiti o le retine per sostenere le capigliature.

Veriera: dai Verieri, artigiani del vetro.

mb, 2014-04-04

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